Orfeo in Città

Anno Composizione: 1996
Libretto: Alberto Pellegrino
Organico: solisti e orchestra da camera
Edizione: Casa Musicale Sonzogno

Anche Carlo Pedini ed io non siamo sfuggiti al fascino del mito orfico, a cui abbiamo voluto rendere omaggio cercando di riviverlo e reinterpretarlo alla luce delle emozioni e dei sentimenti del nostro tempo. Ancora una volta Orfeo penetra nell’oltretomba, paga il suo tributo di canzoni ad un demone-padrone, incontra la dolce Euridice per poi ritrovarsi sulla terra prigioniero della propria solitudine, ma un misterioso segnale proveniente dall’aldilà riaccende le speranze del poeta.


Alberto Pellegrino


Orfeo, nella trasposizione scenica di Alberto Pellegrino, è un cantautore di successo dei nostri giorni. Il suo linguaggio è quindi quello proprio degli autori di musica popolare (non necessariamente “leggera”), comprendendo sia le formule tipiche dei cantautori di protesta che quelle della musica di consumo. Ho sempre detestato le canzoni di Gino Paoli, sia per i testi, melensi o pretenziosi, sia, soprattutto, per la musica, stanca copia di standard risaputi. E in particolare le prime canzoni (Il cielo in una stanza, La gatta, Senza fine) tutte repliche di se stesse, invariabilmente costruite sullo stesso, banale, “giro di do”. La musica di “Orfeo in città” ha rappresentato per me una sfida, nel cercare di costruire un’intera opera su una successione ininterrotta di variazioni sul medesimo “giro di do”. Il giro armonico è talvolta evidente (come ne “La Canzone dell’Amore”, chiara parodia delle aborrite canzoni paoliane sopra ricordate), ma nella maggior parte dei casi è sufficientemente variato da non rendersi facilmente riconoscibile. Ad esempio nel duetto finale di Orfeo e Euridice, lo schema armonico è così interpolato, trasposto e dilatato da apparire completamente trasformato rispetto all’originale. Sono in totale 39 variazioni (22 nella versione ridotta), alcune ampie come nel duetto citato, molto più spesso brevi, se non addirittura giustapposte (come nella “Canzone dei ricordi”, la prima delle tre canzoni - le altre sono “la Canzone dell’amore” e “la Canzone di Dio”- che Orfeo canterà per guadagnarsi l’ingresso agli inferi).


Carlo Pedini


ORFEO IN CITTA'

Maura Menghini soprano
Roberto Abbondanza, baritono
Marco Brancato, attore
Marco Piccioni, attore
OFFICINA MUSICALE ITALIANA
Orazio Tuccella, direttore